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Se il seduttore Casanova diventa «Lei»
Scritto da Nicolò Menniti Ippolito - Il Mattino di Padova   
Domenica 06 Luglio 2008 00:00

C'è anche una scrittrice veneta tra le cinque autrici italiane a cui Luca de Fusco ha chiesto di dare voce alle donne di Casanova per lo spettacolo che ha allestito per il nuovissimo «Napoli Teatro Festival Italia» in coproduzione con lo Stabile del Veneto. E quindi accanto a Paola Capriolo, Benedetta Cibrario, Maria Luisa Spaziani, Mariolina Venezia c'è anche Carla Menaldo tra le autrici di «Lei», lo spettacolo che ha raccolto un notevole successo nelle scorse settimane al Festival e che ora è anche un libro, appena edito dalla Marsilio.
Padovana, Carla Menaldo è autrice di un bel volume di racconti, L' unica cosa davvero, uscito due anni fa e di un romanzo, che dovrebbe intitolarsi Canna da zucchero, che uscirà presto da Marsilio. «Luca de Fusco - racconta la scrittrice - ha pensato ad uno spettacolo che capovolgesse l'immagine delle donne di Casanova, facendo diventare loro e non lui, le protagoniste. Voleva cinque ritratti e ha chiesto di scriverli a scrittrici diverse. Voleva una autrice veneta ed ha chiesto a me se ero disponibile».

E dopo il primo dubbio, Carla Menaldo ha deciso di provare. «Non ci conoscevano e quando mi ha chiesto di scrivere il testo - continua l'autrice - gli ho subito detto che non avevo esperienza di teatro, ma lui mi ha invitato a provare ed il risultato è questo».
La donna raccontata da Carla Menaldo apre lo spettacolo, che è costruito intorno a cinque monologhi interpretati da attrici diverse. «Come regista de Fusco ci ha chiesto -dice Carla Menaldo - di scegliere una delle donne di cui parla Casanova. Io ho subito scelto MM, la monaca veneziana, di cui parla nei Memoi-res. L'ho scelta perché era l'unico personaggio veneto tra quelli proposti, ma anche perchè volevo raccontare una storia forte, tirare fuori la carne ed il sangue e questo personaggio si prestava a trasmettere una emozione forte, violenta».
Ovviamente si trattava anche di inventarsi in qualche modo il personaggio, di trovarle una voce, partendo dalle scarne righe di Casanova. «La mia, come quella delle altri scrittrici, è una controstoria, è la parte non raccontata da Casanova. Ho ritratto MM come una donna che è al confine tra omo ed etero sessualità, che si avvicina a Casanova facendo l'amore con Caterina, la sua donna, salvo poi innamorarsene: "vorrei morire dentro questa Venezia - le faccio dire alla fine - che come me è gonfia sfatta discinta puttana"». Ma la sorpresa più grande è stata per Carla Me-naldo vedere rappresentata la sua storia. «Il testo non è stato toccato e de Fusco ha affidato la parte ad una attrice, Giovanna Di Rauso che è stata capace di interpretarlo anche aldilà di quello che avevo scritto, comprendendo totalmente le mie intenzioni». Ed anche le critiche positive sono state una grande soddisfazione per una esordiente nelle scrittura teatrale. «Spero che lo spettacolo arrivi presto a Venezia e a Padova - dice - ma non è facilissimo, perchè è stato pensato per lo spazio della Certosa di San Martino, con solo quaranta spettatori che si muovono come in visita in cinque stanze diverse. A Venezia si dovrebbe fare al Casinò, per Padova so che si sta cercando lo spazio giusto».
Sì, perchè «Lei» non morirà col festival e si inserisce nel progetto globale di produzioni e cooproduzioni, ben sette, che lo Stabile ha in cantiere quest'anno. Oltre allo spettacolo del «Napoli teatro festival Italia» verrà prodotto «L'impresario delle Smirne» di Goldoni sempre con la regia di de Fusco, poi un «Enrico IV» di Pirandello, «La base de tuto» di Giacinto Galina che continua l'operazione di riscoperta del teatro veneto cosiddetto minore, un «Edipo» diretto da Luis Pasqual ed infine «Peccato che sia una sgualdrina» di John Ford, che sarà anche lo spettacolo che inaugurerà le stagioni teatrali del Goldoni e del Verdi, che in questi giorni stanno cominciando la campagna di abbonamento.

  se_il_seduttore_di_casanova_diventa_lei.pdf 563.36 Kb