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San Valentino, l'amore ai tempi della crisi
Scritto da Sergio Frigo - Il Gazzettino   
Sabato 14 Febbraio 2009 00:00

14 febbraio, festa dell'amore. Ma quale amore, se le cronache ci consegnano soprattutto storie di violenze sessuali di branco e statistiche di solitudini affettive e di naufragi relazionali? E se la letteratura, il cinema, la musica (da Moccia a Baglioni) si confrontano con maggiore o (più spesso) minore consapevolezza con l'afasia dei sentimenti, magari infarcita di miele e caramello?

Anche gli scrittori del Nordest, che da tempo stanno tracciando la loro mappa dei sentimenti che si spiaccicano contro la modernità, ormai raccontano -più che l'impossibilità dell'amore, che è uno dei temi più frequentati dal romanzo di tutti i tempi - soprattutto la difficoltà generalizzata di entrare in comunicazione con le proprie emozioni, in un mondo segnato dall'ottusità e dalla dissipazione (Bugaro, "Il labirinto delle passioni perdute"). Un mondo in cui l'amore tradisce prima di tutto se stessi, come in "Prima di sparire" di Mauro Covacich, oppure sembra un affare da spostati, il sentimento sbagliato fra le persone sbagliate, come nell'altro suo romanzo "L'amore contro", appena ristampato da Einaudi.

«Un tratto caratteristico dell'amore odierno è l'immediatezza - dice lo scrittore pordenonese - Dalle chat agli sms a Face-book, per i giovani ci sono mille modi per entrare in contatto in tempo reale. Vale anche per i programmi televisivi (come su Mtv) dove due ragazzi si sfidano in una sola giornata per conquistare una ragazza, o viceversa. La prima regola è autorappre-sentarsi, cioè dire subito come si è, in senso fisico ma anche figurato: questo significa che nelle relazioni non è più necessario scoprirsi un po' alla volta l'un l'altro, ma che l'importante è l'apparenza, non certo la profondità. Basta guardare la bellezza emergente, quella delle modelle: è totalmente inespressiva, dice "io sono solo quello che vedi". Amare invece, da Platone, a Fedro, fino a ieri, significava andare a vedere com'era fatto l'altro "dentro". Su Facebook invece si diventa subito amici, anche senza essersi mai visti di persona. Ma i due protagonisti di "Amore contro" su Facebook o nella Rete non si sarebbero incontrati mai».

Covacich, che pure ha solo 43 anni, rispetto alle faccende sentimentali dice di sentirsi già un estraneo rispetto alle nuove generazioni: «Oggi sono in voga la velocità e la semplificazione, se ami la complessità vuol dire automaticamente che appartieni al passato. Anche gli amori devono essere semplici, privi di complicazioni. Tutto il contrario di quello che affascina me. Il problema è che semplificando tutto, poi ti perdi i pezzi per strada, e non comprendi quello che ti avviene intorno».
Diverso l'approccio, ma simili le conclusioni, di un'altra scrittrice nordestina, la padovana Carla Menaldo, che ha appena pubblicato con Marsilio il romanzo "Canna da zucchero" (€ 15) in cui la protagonista ricalca modalità relazionali maschili, ricercando la sua identità nel susseguirsi di relazioni amorose, con partner di entrambi i sessi.
«A me pare che anche Facebook - dice - sia in fondo solo un diverso modo di corteggiare, al passo coi tempi. In questo senso è vero che i nuovi media facilitano i rapporti. Ma se guardiamo più in profondità vediamo che non è mica vero che le relazioni decollano più facilmente: è tutto di facciata, anche l'innamoramento, perchè al dunque i ragazzi sono impauriti, e si tirano indietro. Vale anche nelle cose di sesso: alla stessa età, ai nostri tempi, lo si faceva molto di più».
E la sua protagonista, che a volte sembra un maschio cacciatore, incarna un nuovo protagonismo femminile anche in amore?
«Lei ha un approccio maschile quando si innamora di un'altra donna, ma ama la bellezza morbida e femminile, la cerca anche nei maschi. In questo senso sì, è un prototipo di molte donne di oggi».

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