L'acerbità dei vent'anni, la stagione di mezzo dei trenta, gli spietati quaranta, «quando l'unico modo che hai per difenderti è avere un passato». Il sesso, l'amore, il sé. È un'educazione sentimentale che passa attraverso le tre grandi fasi dell'esistenza il romanzo d'esordio della giornalista padovana Carla Menaldo, Canna da zucchero (Marsilio, 192 pagine, 14 euro), nelle librerie da ieri. Languido, sensuale, come sospeso in una dimensione spazio-temporale d'appartenenza esclusiva della protagonista, il libro racconta di Rosa, ragazza-donna irrequieta e complicata alle prese con la ricerca faticosa e a volte ingombrante dell'identità sessuale ed esistenziale.

Attorno a lei, comparse fondamentali a fare da sfondo a un sé tracotante che tutto filtra, uomini e donne, desideri irrisolti e schemi di vita prestabiliti che su Rosa non funzionano. Un amore femminile, un ex marito, giovani amanti e seduttori maturi. Una Padova vissuta da universitaria alla scoperta del sesso saffico. Una Cuba che profuma di canna da zucchero e corpi provocanti. Rosa è matura nella bellezza e nei sensi quando, a quarantanni, scioglie del tutto i lacci e trova una risposta, provvisoria e lacerata, alla sua ricerca. S'imbatte nell'unico uomo improbabile e crepuscolare. La sua libertà, il suo precipìzio. Carla Menaldo, classe i960, ha pubblicato la raccolta L'unica cono davvero (Cleup 2004). Un suo testo teatrale compare in Lei. Cinque storie per Casanova (Marsilio 2008). Cumia da zucchero sarà presentato alla Feltrinelli di Padova il 4 febbraio alle 18 e il 19 dello stesso mese a Venezia, al Molino Stucky Milton nell'ambito di Passion, yachts & emotions. Ad introdurre libro e autrice sarà Luca de Fusco, direttore del Teatro Stabile.

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