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Cinque donne raccontano il libertino Casanova
Scritto da Caterina Barone - Corriere del Veneto   
Venerdì 13 Giugno 2008 00:00

Chi meglio di una donna può raccontare un uomo seduttivo e affascinante, uno che nella sua vita ha goduto e fatto godere delle gioie dell’amore? E se l’uomo in questione è Giacomo Casanova, di donne ne saranno necessarie più di una per cogliere almeno qualche sfaccettatura della sua caleidoscopica personalità. Ecco, dunque, che cinque autrici italiane riscrivono in forma di monologo le storie di altrettante protagoniste dell’autobiografia del celebre libertino veneziano. Il progetto, Lei. Cinquestorie per Casanova, è di Luca DeFusco, profondo conoscitore delle Lei. Cinquestorie per Casanova , è di Luca DeFusco, profondo conoscitore delle Memorie casanoviane , di cui nel 1998 realizzò una lettura radiofonica in 130 puntate con l’interpretazione di Luigi Diberti.

Il debutto sarà stasera a Napoli nella splendida cornice della Certosa di San Martino nell’ambito del Teatro Festival Italia in coproduzione col Teatro Stabile del Veneto (repliche il 14 e il 15). «Lo spettacolo — racconta De Fusco che ne cura anche la regia — avrà la forma di una passeggiata, in cui pochi spettatori a sera incontreranno cinque donne in cinque stanze diverse. I cinque monologhi sono quindi cinque confessioni intime e come tali le nostre cinque attrici li pronunceranno in una forma molto lontana da quella di dramma o di commedia ». Un’immagine del mito di Casanova assai diversa da quella fosca e demoniaca di Don Giovanni, ma non per questo meno problematica. Sono, infatti, molte le domande che stanno alla base di questa inedita rilettura. Chi era veramente la monaca M. M.? E che cosa ne è stato di lei, dopo l’incontro con Casanova? O anche: che cos’è rimasto di Casanova nel cuore del suo primo grande amore, Henriette? Oppure: come mai la giovane Lia si concede a un Casanova vecchio e sdentato, privo ormai del suo fascino? E ancora: sarà vera la storia dell’incesto napoletano, che appare al limite dell’incredibile? E soprattutto: perché la Charpillon tortura Casanova segnandone negativamente la vita e portandolo sull’orlo del suicidio?

Questi i personaggi. E le scrittrici e le interpreti? «La monaca M. M. — spiega De Fusco — uscita dalla penna dell’esordiente Carla Menaldo (il suo primo romanzo uscirà a breve da Marsilio) sarà affidata a Giovanna di Rauso, mentre lo stile enigmatico di Paola Capriolo è parso il più adatto a raccontare quello che forse è il personaggio più misterioso delle Memorie,la Charpillon, che rivivrà nell’interpretazione di Gaia Aprea. La trasognata malinconia di Henriette è parsa particolarmente consonante con i toni di Rossovermiglio,opera prima di Benedetta Cibrario che, per l’occasione, ha scritto il monologo per Sara Bertelà. Le tante donne di Mille anni che sto qui,il libro con cui Mariolina Venezia ha vinto il premio Campiello 2007, hanno qualcosa di quella dolce scugnizza, di quella «peste» di buon cuore, che è in sintesi Lia, cui darà voce Marta Richeldi, che, sorprendentemente, dirà di sì al vecchio avventuriero. Alla poetessa Luisa Spaziani, infine, figura di eccellenza artistica anche per il lato ironico nelle sue prose, si è pensato per il testo dedicato a Lucrezia nell’interpretazione di Anita Bartolucci».

Ne è uscita una galleria di personaggi che, ad eccezione della puntuta Charpillon, non è quasi mai rancorosa verso Giacomo, che non si comporta da «sedotta e abbandonata », ma che è invece nostalgica, tenera, ironica a conferma che le donne di Casanova sono molto diverse da quelle di Don Giovanni. Lo spettacolo è pensato come un risveglio in cinque tappe. Si inizia con l’amaro dormiveglia di M. M., si prosegue con il cupo destarsi della Charpillon in carcere, poi con un bagno rasserenante della turbata Henriette, ancora con una succulenta prima colazione della golosa Lia, e infine con la «toilette » della astuta Lucrezia. Un lavoro, questo, che De Fusco ha fatto «con piacere come regista e come direttore di teatro stabile con la coscienza che i teatri pubblici dovrebbero molto più spesso occuparsi di drammaturgia contemporanea ».

 

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